Easy Germination

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Cannabis Propagator

Miniserra Cannabis Propagator

Disconoscimento

Zativo si rivolge ai soli clienti privati, e non rifornisce i coltivatori commerciali o industriali con grandi quantità di semi di cannabis. Se abbiamo ragione di sospettare che i semi ordinati sono destinati alla coltivazione di cannabis su una scala maggiore dell'uso privato, ci riserviamo il diritto di respingere tale specifico ordine. 

La Canapa nel XIX, XX E XXI Secolo

La canapa, durante il 19° secolo, mantenne la sua condizione di rispetto: veniva considerata una fonte vitale, e molti Stati USA avviarono coltivazioni su larga scala. Una volta che la canapa divenne un bene disponibile in America, a livello industriale (senza preoccupazione alcuna sulla sua esportazione in Inghilterra), si scoprirono innumerevoli modi nuovi per utilizzare questa straordinaria pianta. Inoltre, nel 1841 il Congresso ordinò alla Marina Militare di acquistare quanta più canapa domestica possibile, mettendo a bilancio una spesa di 50.000$ per questa operazione, ovvero l'equivalente di circa 832.500$ in valuta corrente. Si tratta di un fattore molto importante, se si considera che la canapa era molto più economica all'epoca: provate a immaginare quanta se ne poteva acquistare con una simile cifra.

Dopo la guerra civile e la liberazione degli schiavi, la produzione di canapa subì un calo. La lavorazione manuale della canapa è un processo lungo e faticoso e, tradizionalmente, veniva svolta dagli schiavi. Una volta che questi non erano più a disposizione, molti agricoltori della canapa non trovarono più molto vantaggioso coltivare questa pianta.

All'inizio del 20° secolo, la rivoluzione industriale stravolse il modo di fare affari. I grandi industriali non avevano più a disposizione la forza lavoro degli schiavi, ma avevano le macchine. Le macchine potevano sostituire il lavoro di centinaia di uomini. Allora si vide la comparsa della prima macchina decorticatrice, destinata inizialmente alla semplificazione della lavorazione della canapa, rivoluzionando l'industria. Sfortunatamente non venne mai usata sfruttando appieno il suo potenziale: gli sforzi congiunti di Hearst, grande produttore di legname, DuPont, magnate petrolchimico, e Mellon, Segretario del Tesoro e proprietario della Gulf Oil, vennero impiegati nella battaglia contro la canapa, nel tentativo di cancellarla dalla faccia della terra una volta per tutte. Possiamo oggi dire che ebbero un certo successo in questa direzione.

Tutti questi magnati dell'industria capirono fin troppo bene il rischio che correvano i propri settori produttivi, con la concorrenza della canapa. I prodotti in canapa potevano essere usati per realizzare praticamente tutti i loro lavorati, ma a costi decisamente più bassi e con un'efficienza maggiore. Le perdite che avrebbero subito, in termini economici, sarebbero state immani e, per questo, diedero vita alla loro campagna denigratoria a discapito del buon nome della canapa. La marijuana divenne il capro espiatorio: vennero impiegate ingenti somme di denaro per portare avanti campagne, anche a livello politico, contro l'erba, quale responsabile dei crimini commessi dalle minoranze etniche. Naturalmente tutto ciò non si basava su prove scientifiche certe. Ma non era questo l'importante, l'importante era convincere il razzista, l'uomo bianco di ceto medio, ad odiare la droga e qualsiasi cosa ad essa fosse associabile. la canapa cominciò ad essere demonizzata esattamente come la marijuana, portando al proibizionismo e agli stigma che ancora oggi la tormentano. Fortunatamente un numero sempre maggiore di Paesi sta abbracciando la scienza che sta dietro a canapa e marijuana: una maggiore libertà di informazione educa le masse sulla sua reale natura e i governi sono costretti a rivedere le proprie posizioni politiche, ammettendo di aver sbagliato e frainteso per lungo tempo. Dopo la polvere negli occhi gettata con il proibizionismo, la scienza oggi sta effettuando numerose ricerche per mettere in luce le proprietà che la marijuana è in grado di indurre, quando assunta dal corpo umano. Ormai sono innumerevoli le dimostrazioni che gli stigma e la demonizzazione del passato erano assolutamente esagerati. Studio dopo studio si stanno spazzando via i miti del passato, dimostrando che l'erba non causa problemi di salute, se usata con moderazione, non dà dipendenza e non è l'anticamera per le droghe pesanti. Usandola in maniera corretta è in grado di migliorare la vita di molte persone, può essere fonte di introiti fiscali per uno Stato, può essere legalizzata per ridurre la criminalità e togliere potere al crimine organizzato, e la sua legalizzazione può essere molto più sicura per tutti.

I governi stanno ascoltando questo tipo di ricerca? No! Ma stanno cominciando. Molti Paesi stanno cominciando a rendere la marijuana legale per un uso terapeutico, e alcuni Stati USA stanno cominciando ad andare a votare per la legalizzazione anche dell'uso ricreativo. Più la gente è informata, più i governi devono cambiare la propria mentalità: tensioni e limitazioni sulla canapa si stanno affievolendo. Se la marijuana è OK, perché non dovrebbe esserlo la sua sorella inerte?

E siamo così arrivati ai primo raccolti "legali" di canapa in alcuni Stati USA. Mentre stiamo scrivendo questo articolo queste coltivazioni sono pronte per essere colte. I tempi stanno cambiando. La canapa è sempre stata coltivata durante la civilizzazione umana e si sta preparando per il suo rientro in agricoltura. Se un numero sempre maggiore di agricoltori produrrà canapa, possiamo auspicare un suo riconoscimento globale come fonte rinnovabile tradizionale. Ha un potenziale indescrivibile per rivoluzionare praticamente tutti i settori industriali: gli uomini d'affari devono cominciare a prenderla seriamente in considerazione, e in effetti sono sempre più quelli che cominciano a farlo, grazie alla sua economicità, al suo essere una soluzione "verde" e rinnovabile, ma anche perché è molto superiore a tutte le altre risorse che col tempo erano andate a sostituirla. Occhio al cielo, la canapa sta tornando!