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Disconoscimento

Zativo si rivolge ai soli clienti privati, e non rifornisce i coltivatori commerciali o industriali con grandi quantità di semi di cannabis. Se abbiamo ragione di sospettare che i semi ordinati sono destinati alla coltivazione di cannabis su una scala maggiore dell'uso privato, ci riserviamo il diritto di respingere tale specifico ordine. 

La Canapa nel Nuovo Mondo: l'America Coloniale

La canapa veniva coltivata nel continente americano ancor prima che vi giungessero i primi coloni dall'Europa. Nessuno sa dire con certezza da quanto tempo questa pianta esista, ma si ritiene che la canapa sia originaria dell'emisfero asiatico. È credibile pensare che sia stata diffusa al resto del mondo dagli uccelli migratori o dagli esploratori cinesi, come dimostrano alcuni ritrovamenti su relitti di imbarcazioni antiche.

È convinzione generale che i primi coloni fossero entusiasti all'idea di avviare coltivazioni di canapa, ma i Paesi di origine, in Europa, li richiamarono in patria. Una delle prime testimonianze certe di una coltivazione di canapa risale ai tempi delle colonie dei Puritani, a Jamestown: tracce di un accordo scritto tra questi e la Virginia Company ne sarebbero la dimostrazione. Si pensa, inoltre, che, per ordine del ministro delle colonie francesi, Jean Talon di New France, tutte le fibre tessili grezze appartenenti ai coloni furono confiscate. Se volevano rientrare dovevano ricomprare la canapa e ripartire da zero. Talon, inoltre, distribuiva gratuitamente semi di canapa per la coltivazione, ma voleva essere lautamente rimborsato con il raccolto.

Questo atteggiamento divenne un'abitudine, fra le colonie del Nuovo Mondo. In Connecticut, nel 1637, e in Massachussetts, nel 1639, divenne requisito legale per ogni famiglia la coltivazione di una tazza di semi di canapa. La ragione addotta dalla corte di fronte ad una simile imposizione fu che "un giorno, potremmo avere tutti la nostra fornitura personale di abiti". In alcune colonie venne approvata la legge per cui la gente poteva pagare le tasse in canapa.

Se foste stati contadini nell'America coloniale, allora avreste avuto buone possibilità di essere obbligati a coltivare canapa, per legge. Era considerato un bene talmente prezioso da spingere diversi tribunali ad approvare leggi che penalizzassero i contadini che non la coltivavano. La gente era incoraggiata a diffondere il verbo sulle meraviglie della canapa, in una sorta di educazione di massa: vennero pubblicati diversi libri in cui la canapa veniva presentata al mondo come il carattere distintivo dell'America.

E così, una terra sotto il dominio britannico si trovò a dover coltivare canapa senza essere realmente in grado di tesserla né filarla. Si trattò di una strategia intelligente da parte del governo britannico: tutta la canapa doveva essere spedita in madre patria, per poter essere lavorata, garantendo il proprio dominio sulle colonie. Tutto ciò, però, non andò avanti a lungo: gli immigrati provenienti dalla Gran Bretagna insegnarono presto, e di nascosto, ai contadini a lavorare la canapa. Fu così che il mercato americano venne invaso da questa pianta e dai suoi derivati, con un conseguente allentamento della morsa britannica sul settore. Il movimento divenne talmente grande e si diffuse a tal punto da portare al boicottaggio delle fabbriche inglesi, gettando i semi precursori della futura guerra per l'indipendenza. Non sono molti i cittadini americani ad essere consapevoli del significato della canapa per la loro storia: la canapa giocò un ruolo importante, e su larga scala, nella lotta per la libertà e per il futuro della loro nazione. Il boicottaggio partì, all'inizio, dall'industria cartiera americana, una potenza in grado di produrre la materia prima per le comunicazioni durante la guerra d'indipendenza.

Un altro fatto poco conosciuto è quello relativo a due dei padri fondatori degli USA, George Washington e Thomas Jefferson, entrambi innamorati della canapa. Entrambi con le proprie, personali piantagioni. Washington scrisse con grande dovizia di particolari come era solito coltivare la canapa, sottolineando l'importanza vitale della qualità dei semi e del separare le piante maschio da quelle femmina non appena fosse possibile stabilirne il sesso. Nel 1790 avviò una coltivazione di "Canapa Indiana", non solo per le sue qualità superiori, ma anche per le sue proprietà psicoattive molto più potenti, fino ad allora non riscontrate nella canapa industriale. Sia Washington che Jefferson divennero famosi per la loro antipatia nei confronti del tabacco: testimonianze ci parlano di come fossero soliti fumare canapa piuttosto che tabacco.

Jefferson si comportò in maniera analoga a Washington, nella sua amministrazione della canapa. Durante il suo mandato come Governatore della Virginia, ne permise l'uso come valuta, quando le casse dello Stato fossero scarse di denaro contante. Fu lui, inoltre, a notare come una coltivazione di canapa fosse nettamente superiore ad una di tabacco, laddove il tabacco era in grado di degradare il suolo di coltivazione, richiedendo molte più cure colturali e senza benefici agricoli evidenti per il bestiame. Quando gli veniva chiesto di parlare del confronto fra canapa e tabacco, era solito dire: "È necessaria al commercio e alla navigazione, in altre parole al benessere e alla protezione del paese". Fu il primo a brevettare una macchina per la lavorazione della canapa, in grado di fare il lavoro di dieci uomini.