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Disconoscimento

Zativo si rivolge ai soli clienti privati, e non rifornisce i coltivatori commerciali o industriali con grandi quantità di semi di cannabis. Se abbiamo ragione di sospettare che i semi ordinati sono destinati alla coltivazione di cannabis su una scala maggiore dell'uso privato, ci riserviamo il diritto di respingere tale specifico ordine. 

Aria fresca (& CO2) nella coltivazione della Cannabi

La qualità dell'aria in una coltivazione indoor è fondamentale per la buona riuscita del raccolto. Le piante di Cannabis assimilano i gas contenuti nell'aria per svolgere le loro normali funzioni vitali ma, se uno di questi dovesse venire meno, si potrebbero avere conseguenze negative sull'intera piantagione. È estremamente importante che tutti i coltivatori di Cannabis garantiscano alle proprie piante un'aria sufficientemente ossigenata, in modo da evitare eventuali effetti collaterali potenzialmente dannosi.

Il principale gas assimilato dalle piante di Cannabis è il CO2, o anidride carbonica. Le piante utilizzano questo gas in combinazione con acqua e luce per attivare la fotosintesi, processo a loro indispensabile per sintetizzare le sostanze nutritive. Quando uno di questi parametri viene a mancare, le piante non sono più in grado di lavorare a livelli di massima efficienza e l'optimum produttivo della varietà coltivata non potrà mai essere raggiunto.

Normalmente, l'aria fresca contiene circa 300-500 parti per milione di anidride carbonica. In una coltivazione outdoor questo componente gassoso viene costantemente sostituito grazie alle condizioni atmosferiche circostanti, consentendo alle piante di non rimanere mai senza. In una coltivazione indoor, invece, questo ricircolo d'aria non avviene e bisogna mantenere livelli ottimali di anidride carbonica di 1.000-1.400 parti per milione. Questi valori ideali rappresentano il picco massimo per raggiungere le rese produttive ottimali, ma si possono ottenere ottimi risultati anche senza rientrare in questi precisi margini. Tuttavia, si tratta di un obiettivo perseguito da molti coltivatori, interessati non solo a mantenere perfettamente ossigenata l'aria, ma anche a portarla agli estremi assoluti apportando qualche stratagemma ingegnoso.

Il modo più semplice per garantire alle vostre piante un sufficiente apporto di anidride carbonica è quello di installare un sistema di ventilazione perfettamente funzionale. Nella maggior parte dei casi, si tratta di installare all'altezza dei vasi una ventola che immetta aria fresca nelle zone più basse della stanza di coltivazione, mentre nella zona superiore alle lampade un ventilatore d'estrazione che aspiri l'aria più calda e viziata della coltivazione. Questo sistema permette un ricircolo d'aria costante dove l'aria calda viene rimossa dall'alto, creando un vuoto che viene occupato dall'aria fresca delle zone più basse. In questo modo dovreste essere sicuri di garantire alle vostre piante sufficiente aria fresca per crescere forti e sane.

Come può l'anidride carbonica incidere così tanto su tutte le fasi di crescita di una pianta? Prima di tutto precisiamo che per il coltivatore di Cannabis le fasi più importanti sono quella vegetativa e quella di fioritura.

Disporre di livelli ottimali di anidride carbonica nella fase di crescita vegetativa assicura alle piante un rifornimento costante di "mattoncini" con cui sintetizzare le proprie sostanze nutritive. Ciò vi consentirà di accelerare la crescita delle vostre piante, permettendo loro di raggiungere il vigore massimo impresso nel loro stesso DNA. Ci teniamo a precisare che per ottenere una crescita ottimale si devono apportare anche acqua e luce nelle giuste proporzioni.

Invece, disponendo di livelli ottimali nella fase di fioritura, si stimola e si migliora la crescita dei fiori e, quindi, delle cime. La maggior parte dei coltivatori professionisti sono giunti alla conclusione che aggiungere anidride carbonica nelle prime 2-3 settimane di fioritura porti effettivamente a rese produttive maggiori. Tra questi, c'è chi sostiene che una volta trascorse le prime tre settimane l'apporto esterno di anidride carbonica perda efficacia, mentre altri considerano che sia, invece, molto importante aumentare la concentrazione di anidride carbonica durante tutta la fase di fioritura.

A prima vista potrebbe sembrare una tecnica molto attraente: aggiungere un po' di anidride carbonica per ottenere rese produttive maggiori. Tuttavia, si devono prendere in considerazione molti altri fattori prima di procedere alla messa a punto di un dispositivo per il rilascio di anidride carbonica. Per quanto tutti i coltivatori possano facilmente disporre dell'attrezzatura necessaria per immettere buone quantità di anidride carbonica in una Grow Room, riuscire a mantenere costanti i livelli ottimali è una vera e propria arte che potrebbe fare la differenza.

Il primo ostacolo che potrebbe spaventare i coltivatori poco esperti è la necessità di mantenere costanti anche i livelli ottimali di lumen (luce), di acqua e di tutte le sostanze nutritive, requisiti fondamentali per poter realmente notare i benefici di un apporto supplementare di anidride carbonica. Quando una pianta sta manifestando un certo malessere, dovuto magari alla mancanza di una determinata sostanza nutritiva o per insufficienza luminosa (a lei indispensabile per attivare la fotosintesi), non si potranno mai sfruttare appieno tutti i benefici offerti dall'aggiunta di anidride carbonica in una coltivazione indoor. Bisogna essere coscienti che un substrato povero di una sostanza nutritiva può creare situazioni molto più gravi della rinuncia ad un dispositivo per il rilascio di anidride carbonica.

Inoltre, quando si decide di aggiungere anidride carbonica in una Grow Room bisogna essere sicuri che quest'ultima sia perfettamente chiusa e sigillata, senza alcuno spiraglio aperto verso l'esterno. Per evitare inutili sprechi, quindi, bisogna spegnere il sistema di estrazione d'aria, in modo da non perdere l'anidride carbonica immessa. Ciò significa che sarà necessario un accurato controllo di eventuali spifferi in porte, finestre, pannelli di separazione ecc. Quando si rilascia anidride carbonica in una Grow Room questa tenderà a spingere all'esterno altra aria, il che significa che se state operando in una stanza non adeguatamente isolata buona parte dell'anidride immessa potrebbe fuoriuscire con conseguente inutile dispersione di aria utile.

Se siete realmente intenzionati ad installare un dispositivo per immettere anidride carbonica nella vostra Grow Room sappiate che non potrete mantenere le temperature a cui eravate abituati. Infatti, per sfruttare appieno tutta l'anidride carbonica, le piante hanno bisogno di una temperatura di coltivazione di circa 30-35 gradi Celsius (85-95 gradi Fahreneit). Se, invece, dovesse essere al di sotto di questi valori allora non si potranno mai apprezzare i benefici di questo gas. L'importante è poter coltivare in una Grow Room completamente sigillata e con l'impianto di estrazione spento, permettendo di mantenere facilmente le temperature ideali, grazie anche ad un processo naturale di surriscaldamento dell'ambiente. A questo punto l'unico rischio che potreste correre è quello di dover affrontare temperature eccessivamente alte.

Inoltre, sarà opportuno studiare a priori la posizione dei dispositivi per il rilascio di anidride carbonica. Infatti, questo gas, nella sua forma più pura, è più pesante del suo omonimo in sospensione nell'aria. Per questo motivo raccomandiamo di installare il dispositivo sempre sopra le piante, in modo da permettere all'anidride carbonica di ricadere direttamente sopra la piantagione.

Ciononostante, riuscire a mantenere i livelli adeguati di anidride carbonica può risultare piuttosto difficile. Per quanto le piante di Cannabis richiedano alte concentrazioni di questo gas per poter incrementare le loro rese produttive, livelli troppo alti potrebbero essere dannosi per il loro sviluppo. In una coltivazione indoor con concentrazioni superiori alle 2.000 parti per milione si rischia di uccidere tutte le piante.

Inoltre, è importante sapere che i livelli ottimali di anidride carbonica per le piante di Cannabis possono essere pericolosi per l'essere umano. Abbiamo a che fare con un gas estremamente tossico quando si trova in concentrazioni di 5.000 parti per milione. Ciò vuol dire che per quanto i livelli ottimali per le piante di Cannabis non arrivino a toccare questi valori, rimane comunque una sostanza gassosa potenzialmente pericolosa. È per questo che bisogna cercare di entrare il meno possibile in una Grow Room quando viene rilasciata anidride carbonica. Tale raccomandazione potrebbe rendere più difficile il normale monitoraggio della piantagione.

Ci teniamo ad aggiungere che le piante necessitano di anidride carbonica per processare le loro normali funzioni "giornaliere" fotosintetiche. Non ne hanno bisogno nelle ore notturne. Ciò significa che dovrete arricchire le piante solo quando le luci sono accese (rilasciare anidride carbonica nelle ore notturne sarebbe solo un inutile spreco).

Come avrete potuto notare, ci sono diversi fattori e situazioni da considerare per poter beneficiare dei vantaggi dell'anidride carbonica. Un costante ricircolo d'aria fresca ed un sistema di ventilazione d'entrata e d'uscita, perfettamente installato, saranno più che sufficienti per soddisfare la maggior parte dei coltivatori di Cannabis. Aggiungere anidride carbonica all'interno di una Grow Room è una tecnica utilizzata soprattutto dai coltivatori più professionali, meticolosi e qualificati del settore.