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Published: February 20, 2022
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Informazioni Cannabis
Fumare erba produce una gamma molto ampia di risposte, sia fisiche che mentali. Il THC è in grado di interagire con i recettori presenti in tutto il corpo e, di conseguenza, influenza molti organi e processi.
Qui esaminiamo alcuni degli effetti collaterali più comuni del THC, chiedendoci cosa li causi effettivamente e se ci sia qualcosa che si possa fare per ridurli al minimo.
Il delta-9-tetraidrocannabinolo, o THC, è il cannabinoide più abbondante che si trova nella pianta di cannabis ed è anche il responsabile dei potenti effetti inebrianti. Prodotto nei tricomi della pianta (ghiandole presenti su fiori e foglie), le sue funzioni naturali non sono del tutto note. Si pensa tuttavia che il THC svolga diversi ruoli, ad esempio come repellente per i predatori e come protezione della pianta di cannabis dal sole.
Ma in che modo questo composto microscopico fa sballare noi umani? Ha tutto a che fare con il sistema endocannabinoide (SEC). Il SEC è una rete di canali, recettori, neurotrasmettitori ed enzimi diffusi in tutto il corpo che vengono utilizzati per la segnalazione e la comunicazione.
Il THC imita uno di questi neurotrasmettitori, l’anandamide, ed è quindi in grado di legarsi ai recettori CB1 e di interfacciarsi con il SEC. A differenza dell’anandamide, che viene facilmente scomposta dagli enzimi presenti nel nostro corpo, il THC è molto più resistente e di conseguenza può causare effetti significativi sia sulla mente, sia sul corpo.
Quando si consuma THC per scopi ricreativi, di solito si ricerca un effetto inebriante, anche se risulta molto difficile individuare esattamente in cosa consista questo “sballo”. Si tratta di una combinazione di diversi effetti che si uniscono e producono sensazioni di euforia e piacere, insieme ad una percezione alternativa della realtà.
Chiunque abbia fumato erba sa però che non si ottiene solo un bellissimo sballo, ma che esistono molti effetti collaterali associati al THC. Alcuni di questi possono essere quasi divertenti o provocare un leggero fastidio, mentre di altri ne faremmo probabilmente a meno.
Per alcune persone, gli effetti collaterali possono effettivamente diventare così spiacevoli da far diventare insostenibile fumare cannabis. Per la maggior parte dei consumatori, gli effetti collaterali rimangono tuttavia nell’ambito di un piccolo disagio.
Forse il più grande indizio che qualcuno abbia fumato: gli occhi rossi! Gli occhi rossi sono un effetto collaterale classico e possono diventare fastidiosi quando hai a che fare con persone che preferiresti non sappiano che sei stonato. Ma perché succede?
Il THC è vasodilatatore, pertanto i nostri vasi sanguigni si dilatano sotto l’influenza di questa sostanza. Di conseguenza, i capillari dei bulbi oculari si allargano, riempiendosi di una maggiore quantità di sangue e facendo così apparire rossi gli occhi. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. I capillari si restringeranno di nuovo quando gli effetti del THC svaniranno.
Se per te questo è un problema ed hai bisogno che i tuoi occhi sembrino normali, alcuni colliri possono aiutare a riportarli al loro solito aspetto più bianco.
La fame chimica, sebbene sia forse l’effetto collaterale più noto ed amato del THC, rimane un po’ avvolta nel mistero.
Esistono diverse teorie sul motivo per cui il THC ci faccia desiderare di consumare quantità quasi infinite di cibo, ma nessuna è stata dimostrata. Uno studio del 2015 suggerisce che il THC inverta effettivamente la funzione di una certa regione del cervello.¹ Si pensa che siano i neuroni ipotalamici produttori di pro-opiomelanocortina (POMC) a dirci che siamo sazi e che è ora di smettere di mangiare. E allora cosa succede?
È stato osservato che il THC aumenta l’attività in questa regione del cervello. Il risultato andava contro tutte le aspettative dei ricercatori, poiché ci si aspetterebbe che quest’azione riduca la fame. Non è chiaro esattamente cosa accada, ma i ricercatori ipotizzano che il THC attivi ed inverta la funzione del POMC, aumentando in qualche modo l’appetito. Sono però necessarie ulteriori ricerche, poiché questo meccanismo non è stato osservato altrove.
Un’altra teoria ipotizza che l’attivazione del recettore CB1 da parte del THC aumenti la nostra ricettività agli aromi, rendendo così più attraente il cibo.² È noto che l’odore del cibo ci faccia venire fame: questo è il motivo per cui alcune catene alimentari emettono presumibilmente deliziose fragranze per tentarci!
Anche questa volta, gli effetti letargici del THC non sono stati adeguatamente compresi. In effetti, si sospetta che ci siano diversi fattori che portano alle sensazioni di letargia e sonnolenza associate al fumo di erba.
A breve termine, si pensa che il THC a dosi elevate provochi sonnolenza. Combinando questo effetto con gli effetti dei terpeni (altri composti attivi contenuti nella pianta di cannabis), queste sensazioni possono risultare amplificate. È stato notato che il mircene, un terpene molto comune, aumenta la velocità con cui il THC è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, amplificandone potenzialmente gli effetti ed aumentando la sensazione di sonnolenza.³
A lungo termine, potrebbero entrare in gioco dei meccanismi più profondi. Si ritiene che il consumo a lungo termine di THC desensibilizzi i recettori della dopamina, diminuendo essenzialmente la quantità di dopamina a nostra disposizione.⁴ La dopamina aumenta le sensazioni di motivazione ed energia. Si è pertanto ipotizzato che desensibilizzando i recettori della dopamina, le persone diventino nel corso del tempo meno motivate e più assonnate. La buona notizia è che un’interruzione nell’uso del THC riporterà questi recettori alla loro naturale ricettività.
La secchezza delle fauci, tecnicamente nota come xerostomia, può variare da un semplice fastidio ad una sensazione angosciante. E la cosa peggiore sta nel fatto che bere un litro d’acqua non aiuta.
Tutto dipende, ancora una volta, dal SEC. I recettori CB si trovano nella bocca, comprese le ghiandole salivari. Quando il THC si lega a questi recettori, sembra reprimere la produzione di saliva, causando così secchezza delle fauci.
Che cosa si può fare? Poiché questo effetto non è causato da una disidratazione generale, bere molta acqua non risolve il problema della bocca felpata, ma sorseggiare continuamente un po’ d’acqua fin dall’inizio dovrebbe alleviare gran parte della secchezza.
Allo stesso modo, la bocca produce più saliva quando avverte la presenza di cibo. Quindi, masticare un chewing-gum o delle caramelle riattiverà quelle ghiandole. Se possibile, sarà ancora meglio scegliere prodotti senza zucchero, poiché è noto che lo zucchero abbia un’azione disidratante.
Naturalmente, la ricerca di una percezione alterata tende ad essere una delle prime ragioni per cui fumiamo erba. Ma la percezione alterata non è sempre piacevole.
Oltre a farci ridere e provare sensazioni di piacere, il THC può anche scatenare emozioni negative. Le più comuni sono ansia e paranoia. Queste sensazioni possono anche presentare sintomi fisici, come i palmi delle mani sudati od un battito cardiaco accelerato, che aumentano ulteriormente la sensazione di disagio.
Se ti accorgi di non sentirti bene quando fumi, la cosa migliore da fare è smettere. Non pensare che fumando di più sia possibile rompere la negatività e trovare un po’ di calma. Forse è la varietà che stai fumando, forse hai molte cose che ti passano per la mente o forse l’erba non fa per te. Capirlo è essenziale per usare la cannabis in modo sano.
Bere acqua, fare una passeggiata, usare il CBD: questi sono potenzialmente tutti modi per alleviare le sensazioni di disagio quando sei sballato. Lascia stare il bong per questa volta e concediti attività rilassanti e confortanti. È molto probabile che presto ti sentirai di nuovo bene.
La cannabis, ed in particolare il THC, è una sostanza insolita. Non rientrando nelle solite categorie come stimolante, allucinogeno, depressivo o dissociativo, prende qualcosa da ciascuna di esse per creare uno sballo unico e molto apprezzato.
A causa della prevalenza del SEC nella maggior parte delle aree del cervello e del corpo, il THC è in grado di influenzare quasi ogni parte del nostro organismo. Questo spiega l’ampia gamma di effetti positivi o collaterali che può produrre. Quindi, sapendo quanto possa andare in profondità, ascolta il tuo corpo e fidati di lui. Di solito sa sempre cosa sia meglio!