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Published: March 14, 2017
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Cannabis medicinale
Molte persone fanno uso di Cannabis per conciliare il sonno. Tuttavia, la marijuana non facilita solo l'addormentamento, ma influisce anche su tutte le fasi del sonno. Quando dormiamo, il nostro corpo attraversa quattro diversi stadi, la cui durata ed intensità possono essere direttamente influenzate dalla marijuana.
Stadio 1: Una persona tende ad addormentarsi dopo circa 7 minuti. I tempi possono variare a seconda dello stato psico-fisico della persona (stress, ansia, dolori ecc.).
Stadio 2: In questa fase viene coinvolto il sonno leggero, durante il quale si può essere facilmente svegliati.
Stadio 3 e 4: Anche definiti come "sonno ad onde lente", o SWS, sono le due fasi di sonno più profondo e, talvolta, sono classificate sotto un unico stadio. L'uso di marijuana prolunga la loro durata.
Le prime ricerche sul legame tra sonno e Cannabis furono condotte nel 1970 e rilevarono che il THC ha la capacità di agire come i farmaci a base di litio.
Da allora, quando l'amministrazione Nixon iniziò a demonizzare l'uso della marijuana, gli studi sulla Cannabis e sui suoi effetti sul sonno risultarono del tutto inconcludenti. Oggi, fortunatamente, le informazioni sui cannabinoidi sono molto più dettagliate ed attendibili, dai meccanismi con cui il THC agisce sul nostro corpo e cervello ai processi innescati dalla marijuana per rilassare, calmare e, ovviamente, conciliare il sonno.
Secondo diverse ricerche scientifiche, questa pianta ha la capacità di migliorare la qualità del sonno attraverso meccanismi diversi. Uno studio del 2013, finanziato dal governo degli Stati Uniti e pubblicato sull'American Journal of Addiction, scoprì che il THC può "ridurre sensibilmente i tempi di addormentamento e conciliare il sonno".
A differenze di altri rimedi usati per prendere sonno, tra cui i sonniferi, la Cannabis è quasi priva di effetti collaterali e non crea dipendenza.
Le ragioni sono diverse. Il sistema endocannabinoide presente nel nostro organismo gioca un ruolo importante nella regolazione del sonno. In primo luogo, la marijuana agisce come un efficace antidoto contro lo stress ed offre benefiche proprietà rilassanti. In secondo luogo, i suoi effetti possono ridurre dolori ed ansia, la ricetta perfetta per consentire al corpo di riposare.
Tuttavia, un'ulteriore ragione per cui la marijuana potrebbe aiutare le persone a dormire più profondamente e a riposare meglio è la sua capacità di inibire il sonno REM e, quindi, i sogni. I sogni affiorano verso le ultime fasi del ciclo del sonno. Quando si fa uso di Cannabis prima di andare a dormire si riduce sensibilmente la fase REM. Ciò si traduce in sogni poco frequenti e meno vividi. Grazie a questi effetti, gli incubi ed i sogni più inquietanti delle persone affette da DPTS possono essere annullati o vissuti con meno intensità, riducendo la fase REM ed attenuando i ricordi negativi, ad occhi sia aperti che chiusi.
Secondo alcuni studi preclinici, la marijuana potrebbe aiutare a superare alcuni disturbi notturni come l'apnea del sonno. Il sonno delle persone affette da questa sindrome viene disturbato dalla ripetuta interruzione del respiro. Sono stati realizzati **molteplici studi a sostegno del ruolo funzionale svolto dai cannabinoidi nel mantenimento della stabilità delle vie respiratorie durante il sonno. Secondo i risultati ottenuti, gli agonisti della serotonina, come appunto i cannabinoidi, possono migliorare la qualità del sonno disturbato da una respirazione incorretta.
**molteplici studi -
Secondo uno studio pubblicato nel 2013 sulla rivista Frontiers in Psychiatry, questo meccanismo potrebbe essere direttamente causato dall'ingestione di THC e dalla sua interazione con il cervello. In questo studio fu somministrato Dronabinol, THC puro (e sintetico). Trattandosi di un solo cannabinoide isolato assunto nella sua forma pura, le analisi sui possibili legami tra Cannabis e sonno non prendono in considerazione molti altri fattori, come ad esempio l'azione congiunta di terpeni e cannabinoidi sul nostro organismo.
La marijuana può aiutare a superare anche altri problemi e disturbi, che potrebbero influenzare direttamente la qualità del sonno notturno. Tra questi troviamo la sindrome delle gambe senza riposo, la narcolessia, la parasonnie (incubi, sonnambulismo e parlare nel sonno) e, ovviamente, l'insonnia.
Le varietà Indica sono di gran lunga le migliori alleate per chi vuole migliorare la qualità del sonno. Ciò è dovuto ai loro effetti più corporei e profondamente rilassanti. Fino ad oggi, la ricerca non è riuscita ancora a trovare una risposta definitiva su questi loro particolari effetti. Tuttavia, alcune persone sostengono che possa essere dovuto al loro contenuto di terpeni. Chi di voi fosse interessato ad usare la marijuana per migliorare la qualità del sonno dovrebbe iniziare con le Indica ed evitare le varietà a predominanza Sativa, in quanto potrebbero creare l'effetto opposto.
È ormai comprovato che la Cannabis "vecchia" tende ad intorpidire maggiormente, conciliando il sonno. Il THC, infatti, tende a degradarsi con il passare del tempo. Il tetraidrocannabinolo di una marijuana vecchia si converte in CBN o cannabinolo, dalle proprietà sedative (da non confondere con il CBD).
Le persone che fanno un uso regolare di questa pianta per migliorare la qualità del sonno affermano di notare leggeri disagi al momento di interrompere il suo consumo. Questi sintomi, simili a quelli provocati dall'astinenza da nicotina, includono l'incapacità di prendere sonno, insonnia (che può durare pochi giorni o diverse settimane), sogni bizzarri e vivaci ed irritabilità in fase di veglia.